Katarte / Alberto Giacometti. Il surrealista scultore dell’energia

Alberto Giacometti fotografato nel suo studio da Gordon Parks, 1951

Alberto Giacometti. Il surrealista scultore dell’energia

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 Galleria D’Arte Moderna, GAM, Milano

  Fino all’1 febbraio 2015

[box type=”shadow” ]Alberto Giacometti (1901-1966) ha reinterpretato la ben solida e statica scultura in vita fluttuante, scavando nel mondo reale per coglierne prontamente la quintessenza. Era lo scultore dell’energia, “una persona è molto di più di un involucro corporeo, e rilascia un’energia che è in perenne interazione con ciò che la circonda”, questo era il pensiero che Giacometti cercava di modellare nelle sue opere, dove ogni particolare viene circoscritto alla sua minima espressione, spogliato di ciò che non è necessario.[/box]

Scultore celebre per le sue sottili e scarne figure umane, frequentò l’École des Beaux-Arts e l’École des Arts et Metiers a Ginevra. Nel 1921, si trasferisce a Roma per studiare i grandi maestri del passato. Un enorme aiuto gli è offerto dai familiari, emozionati dal suo precoce talento manifestatosi nel celebre ritratto della madre realizzato in plastilina negli anni del liceo.

Testa del padre, rotonda III, 1927-1930 ca., bronzo, cm. 28 x 19 x 22,8. Collezione Fondation Giacometti, Parigi
Testa del padre, rotonda III, 1927-1930 ca., bronzo, cm. 28 x 19 x 22,8. Collezione Fondation Giacometti, Parigi

Tintoretto e di Giotto lo appassionano durante i suoi studi solitari, ispirandogli l’idea di esprimersi con una forma d’arte spoglia da intellettualismi, rivolta alle sue origini primitive. Questo proposito spinge il suo interesse verso l’antropologia, come molti suoi contemporanei, Pablo Picasso su tutti. Nel 1922, segue i corsi presso lo scultore Antoine Bourdelle, sperimentando il cubismo. Dal 1928 al 1935 attraversa una insaziabile fase di complicità con il surrealismo, movimento in cui spiccano utopia e istinto e si costruiscono “oggetti a funzionamento simbolico” come la Sfera sospesa del 1930, un’opera che introdusse il problema dello spazio e della sua delimitazione. Le figure di Alberto Giacometti sembrano sottrarsi allo spazio più che occuparlo.

Dal 1927 al Salon des Tuileries comincia ad esporre le sue prime sculture surrealiste. Arriva improvviso il successo, trasportandolo in un giro più prestigioso che gli consente di conoscere magnifiche personalità artistiche come Arp, Mirò e Ernst o scrittori come Eluard, Prévert, Aragon,  Georges Bataille. Inizia un intenso sodalizio con Breton, l’inventore del surrealismo, per il quale scrive e disegna sulla rivista “Il surrealismo al servizio della rivoluzione”.

 Donna in piedi con lo chignon, 1948, bronzo
Donna in piedi con lo chignon, 1948, bronzo

Dopo il surrealismo, Giacometti si volse alla ricerca della “rassomiglianza assoluta”, all’interesse verso il corpo umano, e, dopo la morte del padre nel 1933, si isola alla ricerca di una nuova iniziazione creativa. Lo studio della testa, dal 1935 al 1940, è il suo obiettivo, concentrandosi sugli occhi e sul lavoro dal vivo con i modelli. Sotto le sue mani questi modelli sembravano disgregarsi. Plasmando con l’argilla, lo scultore svizzero, scavava l’anima fino a scarnire la figura umana: scrostava le linee dei muscoli, facendo sembrare la carne divorata dal terribile vuoto circostante, fino al tocco definitivo con le dita che scandagliavano i lineamenti seghettati e corrosi.

Per il filosofo esistenzialista Jean-Paul Sartre, con cui  instaura un dialogo che influenzerà sovente le opere di entrambi, la scultura di Giacometti era “sempre a metà strada tra l’essere e il nulla…” Le sue sculture a prima vista sembrano gli scarni martiri di Buchenwald. Ma subito dopo la nostra impressione si stravolge, è molto diversa… queste nature acuminate e sottili si slanciano verso il cielo come se volassero.

Nel 1946 ritorna a Parigi e ritrova suo fratello Diego, intraprendendo una nuova verve creativa nella quale le statue si allungano e le loro membra si dilatno in uno spazio che le contiene e le completa. Nel 1962 riceve il Gran Premio della scultura alla Biennale di Venezia. Gli ultimi anni sono all’insegna di un’attività frenetica e di un susseguirsi di grandi mostre in tutta Europa. Pur gravemente malato si reca a New York nel 1965 per la sua mostra al Museum of Modern Art. Come ultimo lavoro prepara il testo per il libro “Parigi senza fine”, una sequenza di 150 litografie in cui scorrono le memorie di tutti i luoghi vissuti. In una delle ultime visite in Italia, volle assolutamente rivedere La Pietà Rondanini, ultima opera di Michelangelo, osservandola a lungo in silenzio. Morirà il giorno 11 gennaio 1966; la sua tomba si trova a Borgonovo, vicino a quella dei genitori.

Annette seduta 1958. Collezione Fondation Giacometti, Parigi
Annette seduta 1958. Collezione Fondation Giacometti, Parigi

La curatrice Catherine Grenier, direttore e capo curatore della Fondazione Alberto e Annette Giacometti di Parigi, ha creato un percorso cronologico in cinque sezioni, in cui attraverso sessanta opere, rilegge l’evoluzione di tutta la sua carriera artistica. L’esposizione è accompagnata da una sezione di disegni schizzi e fotografie d’archivio che raccontano l’intimità dei suoi processi creativi. L’esposizione è promossa dal Comune di Milano-Cultura, organizzata e prodotta dalla Galleria d’Arte Moderna di Milano e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE ed è la prima di quattro grandi mostre dedicate alla scultura che saranno ospitate dalla GAM di Milano, recentemente riallestita.

“Ogni figura ha l’aria di andare per conto suo, tutta sola, in una direzione che le altre ignorano. Si incrociano, si sorpassano, senza vedersi, senza guardarsi. Non raggiungeranno forse mai la loro meta. L’unica cosa che mi appassiona è cercare comunque di avvicinarmi a questa visione che mi pare impossibile rendere.” “L’arte è un mezzo indispensabile per capire di più e meglio ciò che vedo.” Ed ancora “io faccio pittura e scultura […] per mordere nella realtà, per difendermi, per nutrire me stesso.” (Giacometti )

ORARI: lunedì 14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì, domenica 9.30-19.30; giovedì, sabato 9.30-22.30. Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura.

INGRESSO ALLA MOSTRA: € 12 intero (audioguida inclusa); € 10 ridotto (audioguida inclusa)

BIGLIETTO CUMULATIVO mostra Giacometti + collezioni GAM: € 14 intero (audioguida inclusa); € 11 ridotto (audioguida inclusa)

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