Katarte / Velasquez. Il Maestro del Secolo d’Oro spagnolo
Venere allo specchio (Venere Rokeby), 1648 (dettaglio)
Biglietti non disponibili
fino a luglio 2015
[box type=”shadow” ] “Velásquez, – Il pittore dei pittori- è il più grande artista che sia mai vissuto e uno dei precursori dell’impressionismo” (Edouard Manet), mentre Francis Bacon ammirava “il perfetto equilibrio tra l’immagine ideale che ci aspettiamo che la produzione e l’emozione che travolge lo spettatore”. Famosissime sono le Variazioni di Bacon sui ritratti di Papa Innocenzo X, opera principe di Velásquez.[/box]
Evento della stagione espositiva, Parigi dedica la mostra ad uno dei più grandi pittori dell’era moderna. Se si pensa all’età d’oro della Spagna il primo nome che viene in mente è quello di Diego Velásquez (1599-1660). Il Grand Palais, in una straordinaria prima retrospettiva, ripercorre l’ascesa di un artista peculiarmente celebre sia per le sue felici contrapposizioni coloristiche tra luce e colore, sia per l’accurato impegno sulla prospettiva. Ispirato dai capolavori di Tiziano, Caravaggio e Rubens, ed esplorando i suoi viaggi (in particolare in Italia), la mostra illustra come Velásquez abbia rinnovato il suo stile e la sua visione in una perpetua evoluzione.
E’ un immergersi nel nucleo più profondo della Spagna del’600, nelle taverne Sevillanas presso la corte del re Filippo IV. Tra naturalismo e Caravaggio, passando per celebri ritratti, paesaggi e dipinti storici, la mostra si prefigge di esporre una carrellata integrale del lavoro del maestro sevilliano, dai suoi esordi fino agli ultimi anni e l’enorme impronta che la sua arte ha lasciato sui suoi contemporanei, influenzando la pittura in tutto il suo secolo fin’anche ad oggi.
C’è l’universo artistico della terra Andalusa nella prima sezione, dove si ammirano le opere del debutto di Velàsquez pervase dall’ispirazione naturalistica e picaresca attraverso scene di cucina e taverna, con un focus particolare sulle decorazioni e trasformazioni sugli stessi temi. Questa parte della mostra presenta opere del pittore tra le tele dei suoi contemporanei, spagnoli o italiani, che erano tutti alla ricerca di uno stile “moderno”. Quando ha iniziato a lavorare a corte, la sua immagine del ritratto era rappresentata in un taglio pomposo, centrato sulla tradizione ritrattistica nel palazzo reale.
Un cruciale cambiamento nella sua arte e nella sua carriera è il suo primo viaggio in Italia, illustrato da opere potenzialmente fatte a Roma o appena tornato in Spagna –Vista sui giardini di Villa Medici-. Guardando questi capolavori c’è il vantaggio di approfondire uno stile formale spesso ignorato dei lavori nella sua prima età matura: i paesaggi. Aderendo almodello di Rubens, Velázquez emana una verve di ampio respiro per gli sfondi di ritratti eseguiti all’aperto per i diversi reami.
L’alto ruolo del pittore ritrattista è ratificato in questa sezione, prima alla corte ispanica poi a Roma nell’ambiente vicino al Papa Innocenzo X durante il suo secondo viaggio in Italia. Il Trionfo di Bacco, dove imprime il suo marchio stilistico con la luce che danza in questa immaginifica favola naturalistica, Pablo de Valladolid, Ritratto di Filippo IV e il famoso Autoritratto dell’artista, fra i capolavori presenti. Sono menzionati anche due dei suoi più importanti collaboratori, che hanno dipinto all’ombra del maestro: l’artista italiano Pietro Martire Neri e uno schiavo liberato, Juan de Pareja, il cui ritratto figura in una magnifica tela di Velázquez.
Balthazar Carlos tiene lo scettro di questa seconda sezione. Erede al trono, è il figlio amato che impersona tutte le prospettive della casa Asburgica di Spagna proprio mentre il regno di Filippo IV era alle stelle. Chimerico, clericale e sacrilego allo stesso tempo, con Venere allo specchio come punta di diamante, lo stile di Velàzquez bolla una risolutiva rivoluzione. La terza e ultima sezione tratta l’ultimo decennio di vita dell’artista e il prestigio esercitato sui suoi seguaci, conosciuti come i velazqueños.
Gli innumerevoli dipinti di artisti che il maestro di Sivilla ha frequentato ed apprezzato, marcando influenze e scambi reciproci, colloquiano con la vasta opera Velàzquez, sottolineando i cambiamenti di stile e di contenuto nei primi elaborati cromatici di Velàzquez.
Il percorso si completa con gli ultimi ritratti del maestro sevilliano, a confronto con quelli del più fedele dei discepoli: Juan Bautista Martinez del Mazo. C’è una sala riservata a quest’ultimo dove si possono riscontrare gli ultimi sprazzi di stile del maestro. La mostra è curata dal Guillaume Kientz, conservateur del département des peintures del museo del Louvre, ed organizzata da La Réunion des musées nationaux, il Grand Palais e il Musée du Louvre di Parigi, in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna.
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