Katarte / Modelle sensuali e provocanti: Egon Schiele dipinge il sesso
L'abbraccio (dettaglio)
Biglietti non disponibili
fino al 1 giugno 2015
[box type=”shadow” ]“Nessuna opera d’arte erotica è oscena se è artisticamente rilevante; può renderla oscena solo l’osservatore che sia intimamente volgare”.”Chi pretende che un’opera d’arte gli debba essere spiegata non deve essere ascoltato, è troppo limitato per comprendere”. (Egon Schiele)[/box]
Figlio di un capostazione delle ferrovie dell’impero austro-ungarico che soffriva di disturbi mentali, orfano a soli quindici anni, Egon Schiele (1890 – 1918) gode oggi di grande fama per essere uno dei più raffinati disegnatori di sempre, pur avendo vissuto una vita povera e breve finita a soli 28 anni. Schiele è il simbolo dell’artista incompreso e socialmente schizoide; si iscrisse nel 1906 all’Accademia di Belle Arti di Vienna nei corsi di pittura e disegno. Sentendosi frustato dai metodi e dall’intransigenza accademica trasmessa dai docenti, si distaccò dalla scuola e instaurò una fervida familiarità con il mondo dei caffè artistici testando le nuove tendenze avanguardistiche.
In uno di questi, il Café Museum di Vienna, dove conobbe nel 1907 Gustav Klimt, uno dei fondatori della Secessione Viennese, il quale intuì l’estro di Schiele spalleggiandolo ed esortandolo a perfezionare la tecnica figurativa. Klimt trovò le modelle conturbanti e disinibite che posarono per il giovane Schiele, barattando alcuni dei suoi disegni per avere in cambio alcuni schizzi del giovane artista. Klimt lo introdusse nella cerchia di facoltosi mecenati viennesi e nell’ambito espositivo della Wiener Werkstätte, il laboratorio di arti e mestieri connesso con il movimento di Secessione. Riuscì, proprio quì, a fargli organizzare nel 1908 la sua prima esposizione. Nel 1909 Schiele lasciò l`Accademia di Vienna e fondò con altri artisti il Neukunstgruppe (nuovo gruppo d’arte).
“L’artista è l`espressione della sua epoca, rivela un frammento della propria vita. E lo fa sempre attraverso una profonda esperienza vissuta”. (Egon Schiele)
Perso ben presto l’interesse per lo sfarzo del decorativismo secessionista, aderì come Kubin e Kokoschka al nascente espressionismo con uno stile tutto personale. Una linea sempre più incisiva e drammatica sottolineava un focus non più interessato all’esteriorità, ma teso a fare emergere l’interiorità dell’uomo e la sua sessualità intesa come pulsione esistenziale profonda del’uomo. L’Art nouveau con il suo raffinato erotismo contrapposto alla schietta rappresentazione del sesso. A quel tempo, la borghesia trovava però, che le sue opere fossero scandalose e sconvolgenti.
Nel 1911 intrecciò una relazione sentimentale con Wally Neuzil, allora diciassettenne, che gli valse, assieme all’episodio di alcuni disegni pornografici trovati nel suo appartamento, l’arresto con l’accusa di violenza sessuale e rapimento di minore. Dopo un breve periodo di detenzione fu assolto al processo per non aver commesso il fatto.
Non furono assolti i suoi disegni. Durante il processo il giudice aveva osato bruciare uno dei suoi scandalosi schizzi di fronte a tutti. Nel diario dal carcere Schiele scriverà: “Durante l’udienza, uno dei miei disegni confiscati, quello che avevo appeso nella mia stanza da letto, venne bruciato solennemente, dal giudice paludato nella sua toga, sulla fiamma d’una candela! Autodafé! Savonarola! Inquisizione! Medioevo! Castrazione, ipocrisia! Su, andate nei musei allora, e tagliate a pezzetti tutti i più grandi capolavori d’arte. Chi ripudia il sesso è un individuo sporco che diffama nella maniera più volgare i propri genitori che lo hanno generato”.
Era estremamente trasgressivo. Wally Neuzil e i magnifici disegni con tenere ragazze nude, donne libere e sensuali con calze e stivali a coprire solo un pezzo di gamba lo isolarono comunque ai margini dalla società tradizionale. Nella bigotta Austria del tempo l’innovativa arte della Secessione era ripudiata, ma Schiele apparteneva alla spumeggiante cultura di Vienna dove progettavano architetti del calibro di Otto Wagner e Adolf Loos, pittori come Klimt e Kokoschka, filosofi come Freud, che osava indagare per la prima volta nella psiche umana.
Ed anche lui, Schiele, tentava di scandagliare con matite e pennelli l’animo degli uomini. Il suo era il tentativo di esplorare le abissali pulsioni fisiche e spirituali, segregate intimamente in quei corpi ora scarni, ora sensuali.
Nel 1915, poco dopo aver sposato Edith Harms, sua nuova musa e modella, fu chiamato alle armi in seguito allo scoppio della prima grande guerra. Inviato a Praga continuò a dipingere ritratti di ufficiali russi e disegni di interni. Grazie all’appoggio di Klimt, visse il suo momento di gloria quando rientrò a Vienna, tornando alla ribalta della scena artistica, acquisendo svariate commissioni e partecipando a molte mostre internazionali come la quarantanovesima mostra della Secessione Viennese e nelle città di Zurigo, Praga e Dresda.
Infine arrivò il grande e meritato successo, venendo osannato dalla critica come il più importante pittore austriaco, dopo la morte di Klimt. Nell’autunno dello stesso anno, tuttavia, tre giorni dopo aver visto morire la moglie, incinta di sei mesi, venne a sua volta stroncato dalla terribile epidemia di influenza spagnola.
Link: leopoldmuseum.org
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