Katarte / La Primavera del Rinascimento: la scultura e le arti a Firenze
Biglietti non disponibili
Palazzo Strozzi, 23 marzo – 18 agosto 2013 – 140 capolavori da tutto il mondo
Un evento eccezionale, a cura di Beatrice Paolozzi Strozzi e Marc Bormand, in collaborazione con il Musée du Louvre dove la mostra si sposterà dal 26 settembre.
La parola Rinascimento, in tutto il mondo, si traduce in ” Firenze”, un modello di “bellezza universale” che mantiene tuttora, nel mondo, il suo richiamo.
La nascita del “miracolo” del Rinascimento è quanto la mostra propone, in sezioni tematiche, offrendo una estesa ed emozionante panoramica con un rilievo specifico sulle sorprendenti meraviglie della scultura, l’arte che per prima se ne è fatta interprete.
La “rinascita” fra Due e Trecento apre l’esposizione attorno alla riscoperta dell’Antico, con esempi autorevoli come le opere di Nicola e Giovanni Pisano, Giotto di Bondone, Arnolfo di Cambio, Tino di Camaino e dei loro allievi, che assorbono lo stile espressivo del Gotico, in particolare di tendenza francese.
Sezione 1: L’eredità dei padri.
L’“età nuova” si apre assieme al nuovo secolo: con il modello della Cupola del Brunelleschi (dal Museo di Santa Maria del Fiore), con i due rilievi del Sacrificio di Isacco di Lorenzo Ghiberti e Filippo Brunelleschi per la Porta del Battistero (dal Bargello), che assommano il fondante momento espressivo del primissimo Rinascimento
L. Ghiberti Il Sacrificio di Isacco – bronzo F. Brunelleschi, Il Sacrificio di Isacco – bronzo
Sezione 2: Firenze 1401. L’alba del Rinascimento.
La Repubblica fiorentina, la sua potenza politica ed economica e la pace
sociale diffondono in un crescendo esponenziale il mito di Firenze come prototipo per tutti gli altri stati.
I sommi capolavori di Ghiberti, Nanni di Banco, Michelozzo, Donatello, realizzati nella città – la Cattedrale, il Campanile, Orsanmichele – sono i primi
gioielli in assoluto a testimoniare il nuovo stile di questa meravigliosa trasformazione
e l’esaltazione di Firenze come madre della nuova e fantastica civiltà.
Sezione 3: La romanitas civile e cristiana.
La scultura, e nello specifico la statuaria, eserciterà un profondo ascendente sulla pittura dei supremi geni del tempo come Masaccio, Filippo Lippi, Paolo Uccello e Andrea del Castagno.
Sezione 4: “Spiritelli” fra sacro e profano.
Identificabili con gli angeli della tradizione cristiana, gli “spiritelli” sono tra i soggetti che meglio illustrano la diffusione dell’arte antica.
Uno dei soggetti preferiti da Donatello che li rende protagonisti in complessi scultorei moltosuggestivi.
Sezione 5: La rinascita dei condottieri
L’invenzione della prospettiva brunelleschiana trova proprio nella
scultura la formula più avanzata, in particolare nei bassorilievi di Donatello, come la predella del San Giorgio, dal Bargello, e il Banchetto di Erode dal Museo di Lille e le opere di Desiderio da Settignano o di Agostino di Duccio.
Sezione 6: “Pittura scolpita”.
Molti dei grandi pittori fiorentini, muovendo le mosse dall’arte di Masaccio,
dipingono con un sapore epico e “monumentale” il corpo umano, ricreando
idealmente la tridimensionalità della scultura con esiti di affinità evidentissima.
Andrea del Castagno e Piero della Francesca con la loro resa prospettiva danno l’avvio a un nuovo rapporto fra pittura e la scultura che richiama le forme pittoriche nello spazio.
Sezione 7: La storia “in prospettiva”.
I nuovi canoni della scultura, messi a punto dai grandi maestri e illustrati da alcuni capolavori, come la Madonna Pazzi, la Madonna in terracotta
policroma e la Madonna Chellini di Donatello, la Madonna Kress del Ghiberti,
la Madonna già attribuita al Brunelleschi e qui a Nanni di Banco,
favoriscono la divulgazione del gusto per la “nuova” bellezza nell’ambito sociale.
Sezione 8: La diffusione della bellezza.
I criteri e i modelli della nuova arte rendono accessibile a tutti
la fruizione di piccoli capolavori di terracotta, arricchiti dal colore e dall’oro.
Luca della Robbia sperimenta nuovi materiali e tecniche che portano all’invenzione della scultura in terracotta smaltata e invetriata che
raggiunge un successo mai immaginato.
Donatello, Madonna col Bambino – marmo
Sezione 9: Bellezza e carità.
Agli istituti di assistenza vengono designate le principali committenze pubbliche. Ai complessi architettonici ragguardevoli nel contesto urbano vengono destinati molti capolavori, poiché ospedali, ospizi per pellegrini, istituzioni di accoglienza per l’infanzia e confraternite, costituiscono luoghi in cui l’arte assolve un ruolo educativo e sociale. L’importanza di questo rapporto tra culto della bellezza e spirito cristiano si manifesta anche nelle opere d’arte collegate al Concilio d’Unione del 1439.
Sezione 10: Dalla città al palazzo. I nuovi mecenati.
Nel nuovo Palazzo Medici, simbolo dell’autorità esercitata sulla città,
si inaugura con Cosimo il Vecchio e suo figlio Piero un mecenatismo
opulento, in cui il privato gareggia con il pubblico per le committenze
artistiche, facendo costruire residenze all’altezza del nuovo status sociale
e adornandole con capolavori d’arte di raffinato gusto.
Il Modello di Palazzo Strozzi, in chiusura, evoca la
costruzione del più maestoso edificio privato della Firenze
quattrocentesca, in un teorico contraddittorio con il Modello della
Cupola del Brunelleschi presentato in apertura.
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