Katarte / Basquiat. Brooklyn ne celebra la genialità
Senza titolo, 1986 (dettaglio)
Biglietti non disponibili
fino al 23 agosto 2015
La pubblicità, la pop art, la politica, l’hip-hop e i disegni per bambini delineano in assoluto l’universo in cui viveva Jean Michel Basquiat (1960–1988). Pochissimi artisti hanno avuto la fama e il prestigio che lui ha conquistato negli ultimi anni della sua vita. Nato a Brooklyn, autodidatta e attratto dall’arte fin da bambino, si è ispirato a tutto ciò con cui entrava in contatto e con una voracità sorprendente lo trasfondeva sui suoi taccuini pieni di disegni, frammenti di poesia e considerazioni personali sul razzismo, sulla cultura e le classi sociali. Oggi questi numerosissimi reperti sono stati innalzati al rango di sacre reliquie.
“The Unknown Notebooks”, è la prima mostra monografica con oltre 160 pagine private dell’artista, offrendo uno squarcio intimo mai visto prima sul genio creativo del ragazzo di Brooklyn. Una grafomania urlata come aveva fatto qualche anno prima, imbrattando i treni della subway newyorkese, rivitalizzandoli sui tanti taccuini. Poesie, appunti, citazioni che denotano la sua appassionata cultura visiva e letteraria assai presente nelle sue opere, arte personale, passatempi, pensieri, nomi di amiche e numeri di telefono. Basquiat esaspera l’osmosi tra testo e immagini ottenendo un originalissimo mix nel fare di getto gli schizzi accompagnatori al suo trascrivere appunti.
Grazie alle origini dei suoi genitori – il padre era di Haiti, la madre di Porto Rico – a casa di Basquiat traboccava un’aria multiculturale. Da giovanissimo parlava, leggeva e scriveva correttamente inglese, spagnolo e francese. Dopo che suo padre lo sbatté fuori di casa, Basquiat vendette i suoi primi disegni scarabocchiati su felpe e cartoline per la West Broadway. Disegni che sposano temi scientifici, pezzi di storia del mondo, e misteriosi richiami.
I primi graffiti di Basquiat furono quelli sui vagoni dei treni, firmati come SAMO, che catturarono l’attenzione di tutti i creativi della Grande Mela. Ma la sua prima mostra fu una delle più sconvolgenti nella storia della città. Inaugurata nel giugno del 1980, la Times Square Show fu allestita esponendo circa 15 pezzi di Basquiat che gli decretarono un improvviso grande successo, assieme ai lavori di artisti come Keith Haring, Jenny Holzer, Kenny Scharf, e Kiki Smith.
Era semplicemente un giovane ribelle di colore che dal ghetto si era catapultato nella metropoli e su di lui dilagano le leggende. Ex fidanzato di Madonna, preferito da Warhol. Basquiat aveva il mito del successo, credeva nella popolarità e anche nei dollari ovviamente. Brooklyn, la sua città, lo celebra proprio nel suo Museo proponendoci altre opere, meno note, sopratutto della fine degli anni ’80. Dopo trent’anni dalla morte il popolo di Brooklyn abbraccia il geniale figlio, prima demolito, poi ricollocandolo ai più alti vertici dell’arte contemporanea.
Basquiat espone quadri neo-espressionista in gallerie e musei toccando con mano la gloria del successo commerciale durante la sua vita, un risultato immenso per un artista venuto dalla strada di Brooklyn e figlio di immigrati. Il New York Times gli ha dedicato la copertina nel 1985 a soli 25 anni.
Per un overdose di eroina muore nel 1988, a soli 28 anni, bruciato completamente dal successo e dall’abuso di droghe, ultimo atto per entrare definitivamente non solo tra le stelle dell’arte, ma anche della società, tra le icone che hanno fatto la storia del costume, lasciando uno stuolo di curiosi attorno alla sua arte e desiderosi di vedere di più del suo lavoro. Questi Taccuini ci svelano forse il mistero e la leggenda di un ragazzo del ghetto, e in parte soddisfano la fame dei fan di Basquiat, che avrebbero goduto ancora di più delle sue follie stravaganti.
La mostra è organizzata da Dieter Buchhart, curatore ospite, e Tricia Laughlin Bloom, Curatore Associato di mostre al Museo di Brooklyn.
Orari: Mercoledì: 11:00-18:00. Giovedi: 11:00-22:00. Venerdì-Domenica: 11:00-06:00
Link: www.brooklynmuseum.org
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