Katarte / Beth Cavener. La psicologia umana nella scultura degli animali
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“Ho preso in prestito la purezza e l’innocenza morale dell’immagine animale e l’ho impregnata con la complessità umana”.
Così parla la scultrice californiana Beth Cavener del suo creare le sculture di animali. L’artista, nell’impastare la grezza materia dell’argilla in strutture metalliche, estremizza le emozioni e la psicologia umana attraverso le forme ritmate di animali. Forme sinuose di gatti, di predatori, volpi, capre e altri animali in grandi dimensioni hanno la funzione di rappresentare gli intimi umori di paura, amore, rabbia dell’uomo moderno. Sotto la superficie le sculture incarnano le incomprensioni, l’apatia e l’aggressività.
Scrive la Cavener, “Le connessioni tra arte e scienza sono sempre stati al centro del mio lavoro”. La madre ceramista le ha trasmesso il linguaggio manuale dell’argilla, il padre biologo le ha insegnato a indagare il mondo naturale intorno, Beth Cavener ha continuato i suoi studi in fisica e astronomia in Pennsylvania. Inizialmente votata sulle orme di suo padre nel campo scientifico, la Cavener ha cambiato rotta con gli studi universitari di Belle Arti conseguendo una laurea in scultura.
Anche se aveva studiato lo stile classico al dipartimento d’arte al Haverford College, dopo un periodo trascorso all’Accademia Cecil d’Arte di Firenze, si è appassionata allo studio del movimento surrealista, e ad artisti contemporanei come Francis bacon.
Modellando con fatica i suoi animali con scalpelli, martelli e raspe, Beth Cavener ha imparato a carpire un significato nei segni sottili dell’argilla come una metafora, trasformando i soggetti animali in ritratti psicologici umani. Nei loro gesti e nelle espressioni, si coglie un consapevole gesto di un invito e un rimprovero contemporaneamente.
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