Katarte / Escher, alchimista di architetture impossibili
Vincolo d'unione, 1956. Litografia
Biglietti non disponibili
dal 31 ottobre 2015 al 3 aprile 2016
“Noi non conosciamo lo spazio – scrive Escher – non lo vediamo, non lo ascoltiamo, non lo percepiamo. Siamo in mezzo ad esso, ne facciamo parte, ma non ne sappiamo nulla… Vediamo soltanto sentieri, segni; non vediamo lo spazio vero e proprio”. Racconti per immagini con disegni provocatori che l’artista crea per affinare la nostra percezione dello spazio.
Maurits Cornelis Escher (1898 – 1972) con le sue creazioni sfida parametri, prospettive e persino la stessa forza di gravità, per tracciare un universo in cui sconvolge tutte le coordinate a noi note, generando un miracolo artistico. Incisioni su legno, litografie e mezzetinte sono le tecniche che hanno reso famosissimo il geniale incisore e grafico olandese.
I lavori di Escher hanno una forte struttura matematica, e molti dei mondi che ha disegnato sono costruiti attorno a oggetti irrealizzabili. L’artista incorpora molteplici teorie e le restituisce attraverso soluzioni tattiche che esprime in effetti ottici e impraticabili architetture, come l’illusione della tridimensionalità. Escher crea mondi onirici e inverosimili infrangendo premeditatamente il rigore della matematica. Il suo perseverare sulla simmetria, sul mosaico e sul concetto di infinito, lo rende l’artista matematico più affascinante di tutti i tempi.
Ogni disegno è una forma di illusione. Questo è l’effetto che vuole evidenziare Escher. Lo stratagemma creato dall’artista è amplificato con tale logica visiva che all’osservatore non possono sfuggire gli effetti contraddittori prodotti. “Il disegno è illusione: suggerisce tre dimensioni sebbene sulla carta ce ne siano solo due”.(Escher)
La scoperta dei mosaici regolari dell’Alhambra di Granada, durante il suo primo viaggio in Spagna, risveglia l’interesse per la tassellatura da applicare a forme naturali, con figure di animali. Per trovare idee e nuovi stimoli, intraprende viaggi e soggiorni in molte località Italiane producendo una enorme quantità di schizzi e disegni che presto si trasformeranno in litografie, iniziando anche ad eseguire incisioni su legno.
Quale novità ci porta Escher? La matematica e soprattutto la geometria, che può essere sviluppata nei seguenti aspetti: tassellazioni, trasformazioni geometriche, aree, geometrie non euclidee e geometria dello spazio.
Matematici e scienziati lo definiscono l’alchimista dell’arte: se l’arte ha la magica virtù di ripristinare l’emozione e la naturalezza come ingredienti della nostra vita a cui la routine ha tolto il sapore, Escher è stato capace di dilatare le nostre pupille cucendo nuova energia ed entusiasmo addosso ad oggetti comuni, spalancando le soglie della nostra immaginazione, connettendoci con i labirinti più spirituali della psiche.
Due sono gli elementi che caratterizzano il suo immenso lavoro: poliedricità e imponderabilità, proponendoci strutture nitidamente progettate e statiche che si assecondano con impercettibili proporzioni che ci fanno svettare verso il cosmo, senza staccarci comunque dalla contiguità terrena. L’arte delle illusioni ottiche di Escher si esprime prevalentemente in bianco e nero; ma anche il colore è presente, frutto di rapporti geometrici e spesso di dettagli architettonici decorativi dei borghi italiani da cui l’artista rimase affascinato durante i suoi viaggi e da una lunga permanenza nel nostro paese.
Il percorso della mostra, dai primi studi sperimentali, artistici e intellettuali, del grande incisore olandese che vanno dai primi del ‘900 fino ai disegni e alle incisioni degli ultimi anni, è modulato in sei sezioni:
–La formazione: Escher, l’Italia e l’ispirazione Art Noveau
– Superfici riflettenti e metamorfiche
– Metamorfosi
– Dall’Alhambra alle tassellature
– Paradossi geometrici: dal foglio allo spazio
– Economia escheriana ed Eschermania
L’opera di Escher è unica in quanto non possiamo inserirla in nessuna corrente artistica, nonostante questo però possiamo ritrovare in questo genio olandese aspetti del pensiero e della cultura della sua tradizione autoctona. Possiamo notare questo semplicemente osservando la tecnica con la quale crea le sue opere.
Una specifica scelta che si incastona su una tradizione grafica dalle radici culturali proprie dei Paesi Bassi, con i primi tentativi nel 1400. Altra peculiarità è che la raffigurazione è sempre realistica. Lo stesso vale per la rappresentazione dello spazio che è sempre costruito con stravaganti prospettive.
È nata improvvisamente la Eschermania?. La multiforme mostra presenta oltre 200 tra i suoi capolavori più noti, come Mano con sfera riflettente, Metamorfosi II e Concavo e convesso. Un percorso da esplorare tra disegni e litografie che affascinano e conquistano e che conosciamo di già nei molteplici usi quotidiani: biglietti augurali, piastrelle, copertine di celebri long playing, scatole da regalo e francobolli.
La mostra è promossa dal Comune di Treviso, curata da Marco Bussagli e Federico Giudiceandrea e prodotta da Arthemisia Group in collaborazione con la M.C. Escher Foundation. Sponsor Generali Italia.
Orari:
Da lunedì a domenica; dalle 10 alle 20 (la biglietteria chiude un’ora prima)
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