Katarte / Giorgio de Chirico. Il rinnovato entusiasmo nel gioco della neometafisica / Giorgio de Chirico. Pianto d’amore, Ettore e Andromaca, 1974, olio su tela, cm. 102 x 82

Giorgio de Chirico. Pianto d’amore, Ettore e Andromaca, 1974, olio su tela, cm. 102 x 82

Pianto d’amore, Ettore e Andromaca, 1974, olio su tela, cm. 102 x 82

Giorgio de Chirico. Pianto d’amore, Ettore e Andromaca, 1974, olio su tela, cm. 102 x 82

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Manuela

De Chirico ha dipinto questo quadro per me. Anzi, ha dipinto me. Io sono la donna che piange, e si aggrappa disperatamente a quella che non è altro che un manichino, un simulacro vuoto. Perché lui non c’è dietro la maschera, lui è morto in battaglia e lei, nel suo intimo, lo sa. Lo sa ma non lo vuole sapere non vuole accettarlo, e quindi gli si aggrappa, piangendo, e finge che lui sia davvero lì, e che allunghi una mano per accarezzarla e consolarla. Ma non c’è più nessuno che possa consolarla, solo un manichino inerte. Le resta solo, appoggiata a terra, un pezzo di armatura vuota, che lei conserverà per sempre, e di cui non avrà mai il coraggio di disfarsi.

Emine

Molto bello

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