Katarte / Il mito di Gustav Klimt e il grande Fregio di Beethoven
Hygeia, (part.), 1907
Biglietti non disponibili
dal 12 marzo al 13 luglio 2014
L’itinerario creativo di Gustav Klimt si identifica quasi integralmente con la corrente artistica nota con il nome di Secessione Viennese. Nati a fine Ottocento tra Germania e Austria, con il termine Secessione si recepiscono quei movimenti artistici che avevano come finalità quella di estraniarsi dall’Accademismo. I linguaggi stilistici propagandati dall’Art Nouveau imperversavano in quel momento in tutta Europa e andarono ad ispirare le arti figurative, le arti applicate e l’architettura. La Secessione Viennese nacque nel 1897 e coinvolse pittori, musicisti, scrittori e architetti, che tenevano rapporti con una delle capitali europee più sofisticate e seducenti.
La mostra si propone di indagare i rapporti familiari e affettivi di Klimt, e la sua eccezionale attrazione per la musica e il teatro. Ritratti giovanili fatti da Gustav a membri della sua famiglia sono esposti accanto a opere dei fratelli Ernst e Georg, nonché fotografie originali, frutto dell’eredità dell’artista, quadri provenienti dal Museo Belvedere di Vienna e anche da altri importanti musei. Circa cento opere tra cui diversi capolavori come Adamo ed Eva, Salomè, Girasole e Acqua mossa.
Una riflessione specifica sarà indirizzata ai primordi artistici di Klimt, alla sua preparazione presso la Kunstgewerbeschule di Vienna e ai suoi debutti come decoratore dei monumentali edifici di rappresentanza, sulla scia di Hans Makart, irrinunciabili premesse della sua evoluzione modernista perché, come scrive in catalogo Agnes Husslein-Arco, direttrice del Belvedere: “Pochi sanno che la Künstler-Compagnie, la Compagnia degli Artisti costituita nel 1881 da Gustav Klimt, da Franz Matsch e da Ernst Klimt, fratello minore di Gustav, fu attiva per quasi dodici anni, distinguendosi soprattutto nella decorazione pittorica di edifici pubblici, specialmente teatri. A tali incarichi si dovette, in fondo, anche il successo di questa società di pittori, e in particolare di Gustav Klimt, sulla scena artistica viennese”.
Il Fregio di Beethoven, ispirato dalla nona sinfonia del musicista, sarà ricostruito così come Klimt l’aveva allestito nel 1902. Occuperà tre pareti della sala, è formato da sette pannelli di 2 metri di altezza e 24 di lunghezza, con inserimenti di frammenti di specchi, vetri e chiodi su una tecnica già molto elaborata di caseina su intonaco. Questo dipinto, in cui Klimt illustra l’eterna lotta tra il bene e il male, è un esperimento per conseguire la felicità, metafora dell’ albero d’oro della vita e una giovane donna che attende l’amato per abbracciarlo: una felicità riconquistata.
Identica felicità che rincontriamo nell’opera le Tre Età della Donna, della Gnam di Roma, in cui l’armonia è la maternità stessa. Venezia, Ravenna e Firenze, che Klimt ha già visitato, danno inizio al suo ciclo aureo in cui trasmuta le tele in gemme dello spirito. Giuditta I (Salomè) sarà la prima donna ad essere “ingioiellata” da Klimt. Nella Giuditta II del 1909 la stessa donna viene riproposta, ancor più drammatica e sensuale.
Un’epoca esteriormente “d’oro“ che si interrogava sull’esistenza, la fama, la vita, la morte, trova in Klimt l’ambasciatore eccelso che scandaglia nel rapporto uomo-donna. Il simbolismo, l’allegoria, e un’emergente espressionismo saranno gli strumenti per estrinsecare il mito dei corpi femminili, l’ossessione per le donne, testimoniando la fragilità di un uomo che visse con la madre e le sorelle fino alla maturità.
Due sale saranno dedicate al ritratto e al paesaggio, generi prediletti da Klimt dalla nascita della Secessione. Tre importanti ritratti femminili, Signora davanti al caminetto e i due Ritratto femminile, eseguiti da Gustav Klimt tra il 1894 e il 1898, approfondiscono il primo tema, relazionando, contemporaneamente, il particolare rapporto dell’artista con la natura femminile.
Alcune lettere d’amore scritte a Emilie Flöge, scoperte in tempi recenti, sono in esposizione per spandere luce sull’intimità della sua vita sentimentale. Dopo la pioggia e Mucche nella stalla, oltre a questi due importanti dipinti di Klimt nella sala dei paesaggi, è presentata una panoramica sul paesaggismo austriaco del tempo, dai primordi impressionistici di fine secolo ai dipinti secessionisti di Carl Moll e di Koloman Moser. Altri due dipinti, Fuochi fatui e La famiglia, illustreranno la pittura simbolista di Klimt, sezione che conclude l’esposizione.
Gustav Klimt è stato una delle personalità più innovative dell’Ottocento europeo, eccelsa figura dell’Art Nouveau e della Secessione Viennese, proponendo una corrente che, con i suoi bagliori di luce e i suoi cromatismi prodigiosi, ha lasciato un segno eterno nella Storia dell’Arte, immettendosi in quel florido ambito dove si scorge di già l’influenza di Matisse e dei Fauves e del suo allievo Egon Schiele.
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