Katarte / L’eccellenza dell’impressionismo. Camille Pissarro
Le bagnanti, 1895, (part.)
Biglietti non disponibili
21 febbraio – 2 giugno 2014
Camille Pissarro è stato l’unico artista a esporre in tutte le otto mostre impressioniste tenute in Francia tra il 1874 e il 1886. Definito un rivoluzionario dal collega Renoir per la sua voglia di sperimentare, non è tra i più noti al grande pubblico, ma fu proprio Pissarro a scrivere la lettera di fondazione del movimento impressionista. Nonostante ciò denaro e fama arrivarono piuttosto tardi, e la consacrazione la ottenne solo nel 1903, l’anno della morte, quando il Louvre decise di acquistare le sue opere.
La sua inclinazione per il disegno fu stimolata dagli insegnanti della scuola di Passy, il sobborgo parigino dove il padre lo mandò a studiare; alla decisione di dedicarsi all’arte contribuì l’incontro con il pittore danese Fritz Melbye, con il quale si recò in Venezuela (1852-55). Dal 1855 fu a Parigi: all’esposizione universale lo colpirono le opere di G. Courbet e, in particolare, quelle di C. Corot, che prese a frequentare e di cui si dichiarò allievo.
Dal 1859 inizia a frequentare l‘Académie Suisse, dove conosce Claude Monet. Si reca a dipingere en plein air nelle periferie e lungo i fiumi. Nello stesso anno partecipa per la prima volta al Salon con un paesaggio di Montmorency. Nel 1861 diventa amico di Paul Cézanne e Guillaumin. Nel 1861 e nel 1863 viene rifiutato al Salon; per questo decide di esporre al Salon des Refusés. Come molti altri pittori, è un assiduo frequentatore del Café Guerbois, il locale di Batignolles dove si tengono accese discussioni sull’arte.
Nel 1870 i Tedeschi saccheggiarono il suo studio di Louveciennes e da ciò dipende la rarità delle sue opere anteriori a quell’epoca. Nel 1872 dipinse a Auvers insieme con Cézanne. Ecco come lo descrive il suo amico Cézanne: “L’umile e colossale Pissarro, fu un padre per me, un uomo da consultare, qualcosa di simile al buon Dio”.
Per il suo carattere aperto e conciliante e gli incoraggiamenti che sapeva infondere nei giovani artisti, venne visto da tutti gli impressionisti come l’anima che seppe mantenere unito il gruppo per tanti anni.
Dipinge all’aperto, ma contemporaneamente medita e studia con passione e serietà perché convinto che bisogna eseguire e provare molto per dare una solidità a quegli oggetti che egli andava a rappresentare senza i classici contorni ben definiti.
Guardando “Entrata al villaggio” dipinto a Voisins, non si può fare a meno di ammirarne la piena luminosità solare, tutta l’attenzione con la quale il pittore ha riprodotto “il movimento” degli oggetti con rigore di proporzioni e prospettiva, la luce calante del sole che rende vacillante l’ombra degli alti alberi che contornano il viale percorso da un carretto.
La tecnica di Pissarro risponde e prende parte all’impressione trasmessa dal motivo scelto. La materia, le tecniche ed il linguaggio, basilari per il mondo dell’arte accademico, passano tutte in secondo piano in relazione alla “impressione” che il pittore deve trattenere sulla tela, imprigionando un esclusivo tipo di luce, suggerendo l’idea di un “carpe diem” del tempo. In contiguità mirata con la natura la sua pittura si fa sempre più sciolta e luminosa, un singolo dipinto diventa il luogo di dissertazione della pennellata impressionista, della città in vorticoso incremento, dei nuovi stili della vita cittadina e del profondo ascendente esercitato dalla fotografia. L’assoluta libertà di tecnica, niente vincoli, un approccio intimo alla materia e la riproduzione “veritiera” della natura, preludio delle avanguardie.
I soggetti dei suoi quadri, composizioni fortemente strutturate e dai colori vivaci, stesi a volte con la spatola, sono i dintorni di Parigi, i luoghi dove visse, gli stessi tanto amati da Corot e dai futuri impressionisti. La composizione è sempre sostenuta da una struttura rigorosa; il disegno continua a costituire lo strumento necessario per la costruzione del quadro. Dopo il 1885 condivide con i neo-impressionisti la tecnica divisionista e la ricerca di un’unità compositiva attraverso il colore. Negli ultimi anni, i paesaggi, ripresi dalla finestra della sua casa di Eragny, le vedute di Parigi e di Rouen, dalla caratteristica vista dall’alto, sono elaborati in una tecnica pittorica più libera. Di estremo interesse è la sua opera grafica, dalla puntasecca all’acquatinta, dalla litografia al monotipo.
A testimonianza dell’importanza degli insegnamenti e degli incoraggiamenti che Pissarro ha saputo infondere ai suoi colleghi la mostra vanta “Tête de jeune paysan” di Paul Gauguin, il quale definì Pissarro il suo “cher professeur” al cui fianco lavorò per circa cinque anni, e “Portrait of an old man” di Vincent Van Gogh del quale Pissarro scopre il genio al quale darà diversi consigli sullo stile pittorico delle sue prime tele. Un amore immenso per la pittura e una dedizione per l’insegnamento che ritroviamo anche all’interno della sfera famigliare dell’artista: otto figli di cui cinque diventeranno pittori tra cui segnaliamo Lucien Pissarro, artista noto agli inizi del Novecento presente in mostra con alcune opere rappresentative dalle quali emerge l’influenza pittorica e stilistica del padre.
Poeta della campagna, egli dipinse con leggiadria i campi a primavera e in inverno con la neve, la tranquillità della aree rurali. Nessuno ha sentito più di Pissarro nelle ultime opere la poesia agitata delle città: le sue Vues de Paris, le sue vedute di Londra, di Rouen, di Dieppe, sono ampie e delicate. Dipinse anche alcuni ritratti e molti acquerelli, ed eseguì anche acqueforti e litografie. Dopo il 1885 condivise con i neoimpressionisti la tecnica divisionista e la ricerca di unità compositiva tramite il colore.
Non solo i paesaggi compaiono sulle tele di Pissarro. La mostra si trasforma in uno spettacolo sensoriale in cui splendidi dipinti si animano attraverso un emozionante racconto con le video proiezioni, che oltre a magnificare la componente passionale delle tele esposte, forniranno al visitatore una serie di approfondimenti testuali sui principali dipinti esposti diventando un utile e dinamico supporto didattico.
Un percorso espositivo innovativo pensato e costruito per entrare in contatto diretto con l’uomo oltre che con l’artista. Per tutta la durata dell’esposizione una serie di attività didattiche e laboratori creativi consentiranno anche ai più piccoli di scoprire il percorso artistico e le splendide opere di Camille Pissarro.
La mostra è prodotta e organizzata da Alef cultural project, consulenza scientifica di Philippe Cross. Opere provenienti dai musei: il Thyssen Bornemisza Museum di Madrid, il Brooklyn Museum di New York, il Mnar di Bucarest, il National Museum di Belgrado, la Johannesburg Art Gallery, la National gallery of Denmark di Copenaghen.
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