Katarte / Matisse: i cromatismi orientali e la sensuale magia delle odalische
Due modelle a riposo, 1928, (dettaglio)
Biglietti non disponibili
dal 5 marzo al 21 giugno 2015
Saranno riuniti per questa esposizione oltre cento opere con alcuni capolavori assoluti – per la prima volta in Italia – provenienti dai più prestigiosi musei europei e americani, Tate, MET, MoMa, Pompidou, Orangerie, Philadelphia, Washington, con un eccezionale contributo del Museo Pushkin di Mosca e dell’Ermitage di San Pietroburgo le cui collezioni matissiane sono tra le più ricche e prestigiose al mondo.
Proposta dalle Scuderie del Quirinale, promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo, la mostra Matisse. Arabesque è organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo in coproduzione con MondoMostre e catalogo edito da Skira editore. Ester Coen, con un comitato scientifico composto da John Elderfield, Remi Labrusse e Olivier Berggruen, ne è la curatrice.
“Il Marocco, l’Oriente, l’Africa e la Russia – spiegano i curatori – nella loro essenza più spirituale e più lontana dalla dimensione semplicemente decorativa, indicheranno a Matisse nuovi schemi compositivi. Arabeschi, disegni geometrici e orditi, presenti nel mondo Ottomano, nell’arte bizantina, nel mondo ortodosso e nei Primitivi studiati al Louvre; tutti elementi interpretati da Matisse con straordinaria modernità in un linguaggio che, incurante dell’esattezza delle forme naturali, sfiora il sublime.”
L’artista francese Henri Matisse (1869-1954), con primitiva raffinatezza, assorbe la variopinta anima orientale che con i suoi i suoi colori e i preziosi ricami artigianali lo ha affascinato fin dai tempi delle grandi mostre nella Parigi inizio XX secolo. Le icone russe, il mondo bizantino, le tecniche ricche di cromatismi dell’arte e dei manufatti orientali, le decorazioni, le ceramiche e i tappeti diventano per l’artista francese il leitmotiv di una profonda esplorazione sulla pittura e sull’estetica del colore e della linea.
A seguito di una grave appendicite, Matisse si dedica alla pittura, frequentando come allievo dal 1893 l’atelier del pittore simbolista Gustave Moreau. Nel 1895 si iscrive all‘École des Beaux Arts, visita una serie di mostre dedicate all’arte dell’Islam, in particolare l’Esposizione Universale del 1900, specificatamente i padiglioni di Turchia, Persia, Marocco, Tunisia, Algeria ed Egitto. Nell’anno successivosi reca in Italia, dove visita Firenze, Arezzo, Siena e Padova, entusiasmandosi per i capolavori assoluti di Giotto alla Cappella degli Scrovegni.
Matisse frequenta anche le gallerie dell’avanguardia, come quella di Ambroise Vollard, dal quale acquista nel 1899 un disegno di Van Gogh, un busto in gesso di Rodin, un quadro di Gauguin e uno di Cézanne, che influenzerà moltissimo tutto il suo iter creativo. La folgorazione sopraggiunge solo con la grande Esposizione di arte maomettana a Monaco di Baviera nel 1910, un evento che condizionerà tutta una progenie di artisti come Kandinsky e Le Corbusier. A Mosca collabora all’installazione di “La danza” e “La musica” in casa Schukin per tornare in Nord Africa nel 1912, a Tangeri, dove viene ammaliato dalla luce e dalla rigogliosa natura.
Il percorso espositivo delle Scuderie debutta con la grandiosa tela “Calle, Gigli, Iris e Mimose“, una natura morta che preannuncia i cromatismi magici dell’azzurro e del verde e prosegue con i quadri che si ispirano al primitivismo. Segni stilizzati e colori scuri diventano protagonisti come nel Ritratto di Yvonne Landsberg, L’Italiana, la Ragazza con copricapo persiano e le Tre sorelle.
Ramo di Pruno su fondo verde e Fruttiera ed edera in fiore segnalano la fascinazione nipponica mentre i colori più brillanti dell’universo Mediterraneo prorompono nell’incantevole Zorah sulla terrazza e Marocchino in verde, nei sbalorditivi paesaggi come Pervinche – Giardino marocchino, L’albero presso il laghetto di Trivaux e La Palma. Poi è il momento delle modelle e delle odalische distese, sedute o in piedi dai lineamenti armoniosamente provocanti e dai tessuti arabescati, Odalisca blu, Due modelle che si riposano, tele abbinate ai sofisticati disegni di nudi e profili femminili, e ancora lo straordinario Paravento moresco, il passionale Nudo in poltrona, pianta verde.
Tra gli altri capolavori, la Danzatrice spagnola, Interieur à Etretat, Buisson, Arbre per chiudere con il capolavoro dei Pesci rossi. “La massima semplicità converge con la massima pienezza”, ecco il segreto di Matisse nelle sue stesse parole ” un tono non è che un colore, due toni sono un accordo.”
Matisse collabora – come tanti artisti dell’epoca, tra cui lo stesso Picasso – con i Balletti Russi di Diaghilev, e alle Scuderie ammiriamo la realizzazione di costumi ed abiti di scena del Chant du Rossignol del 1920, lavori disegnati per il balletto coreografato da Léonide Massine sulle note di Stravinskij, una sorta di musical dove balletto, musica e pittura si tessono in uno esclusivo fenomenale spettacolo. Un variegato programma di incontri con alcuni studiosi che leggeranno l’opera di Matisse affianca la rassegna per sondare le eredità e le influenze nella cultura futura, non solo nelle arti visive, ma anche nella musica e nella danza.
Link:www.scuderiequirinale.it/categorie/mostra-matisse-arabesque
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