Katarte / Una Stagione Informale. Capolavori della Collezione Reverberi
Alberto Burri. Combustione Legno, 1957 (part)
Biglietti non disponibili
Fino al 26 ottobre 2014
Burri, Fautrier, Afro, Vedova, Perilli, Santomaso, Marfaing, Appel, Jorn, Dorazio, ed ancora Lindstrom, Shiraga, Manzoni, Schumacher, Olivieri, Nitsch, De Maria, Francis, Hartung e molti altri: una carrellata ad ampio raggio su una delle espressioni creative più avvincenti del Novecento, dove si aggrovigliano smisurate eccitazioni create con sentimento, colore e sprigionati senza freni sulle tele.
Musicista, arrangiatore e produttore, Gian Piero Reverberi ha prodotto molti dei maggiori successi di cantautori italiani, e non solo, come Sergio Endrigo, New Trolls, Gino Paoli, Paul Anka, Patty Pravo, Lucio Battisti, Ornella Vanoni, Lucio Dalla, etc. Nel 1979 fonda il gruppo Rondò Veneziano che, con le sue originali musiche dal sapore barocco, arriva al successo con più di 20 milioni di copie in tutta Europa.
L’arte prescelta di Reverberi – così come la musica è fantasia e improvvisazione, armonia e composizione – diventa l’informale, l’action painting, l’espressionismo astratto americano: furiose pennellate, istinto e vulcanica energia e nel contempo genuina espressione del sentire, quasi primitiva, lavori scevri da trasposizioni in linguaggi cifrati condivisibili, la cui quintessenza è soltanto un pentagrammato graffio di colore.
Tre decenni di costante ricerca e passione sono stati necessari per costituire questa esaltante Collezione Reverberi, sino ad ora appannaggio di pochi intimi. E’ in assoluta una delle più ampie collezioni private e questa è la sua prima presentazione ufficiale, in occasione della quale i curatori Beatrice Buscaroli e Bruno Bandini, hanno selezionato circa 90 tra le oltre 300 opere assemblate dal musicista. Le opere in mostra consegnano una puntuale certificazione della ricerca artistica dagli anni ’50 in poi, figlia di un primato che viene accreditato alla gestualità espressiva, ai dinamismi danzanti della materia scavata dai segni. Gesto di ribellione e sconvolgimento del colore sembrano gli originali vettori cui delegare l’ideazione creativa, sopratutto utilizzando la pittura come lo strumento focale.
In una parola, si tratta di una pittura per la quale – come scrisse nel 1946 Francis Ponge in occasione di una mostra di Jean Fautrier – “la bellezza ritorna”. Ma si tratta di un concetto di bellezza che può ritornare solo originando un terremoto tra i canoni accademici precedenti. La rappresentazione vive nell’imprescindibile e assoluta libertà creativa dell’artista che prende corpo solo scandagliando ostinatamente nel buio del mistero e dall’insondabile, come caos primordiale dell’inconscio.
Un catalogo ricco, che da un lato esalta la centralità dell’investigazione europea, e dall’altro dedica ampio spazio a quella declinazione dell’informale caratterizzata dalla dissoluzione della “figura” (come è testimoniato dall’esperienza CoBrA) e da originali evoluzioni di esperienze concettuali (come nei casi di Novelli o di Bendini).
AOSTA: Museo Archeologico Regionale
CURATORI: Beatrice Buscaroli, Bruno Bandini
ENTI PROMOTORI: Assessorato Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d’Aosta
COSTO DEL BIGLIETTO: € 6 intero, € 4 ridotto, gratuito per i minori di 18 anni e per i maggiori di 65 anni
TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 0165 274401
E-MAIL INFO: u-mostre@regione.vda.it
SITO UFFICIALE: http://www.regione.vda.it
Organizzata dall’Assessorato Istruzione e Cultura della Regione Autonoma Valle d’Aosta
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